domenica 4 giugno 2017

AFFIDO LACRIME AL VENTO DI MAURIZIO BIANCO CASA EDITRICE KIMERIK


Titolo: AFFIDO LACRIME AL  VENTO
Autore: Maurizio Bianco 
Genere: Narrativa
Collana: Kimera
Anno: 2017
Pagine: 168
ISBN: 978-88-9375-158-2
Prezzo: € 16,00

Formato: Rilegato


SINOSSI

 Il titolo del romanzo, Affido le lacrime al vento, sintetizza già il groviglio di sentimenti e di impasti insito nel rapporto che si crea tra il protagonista maschile e le due donne. Un triangolo amoroso che va ad analizzare i rapporti di coppia. Relazioni tra chi ama e chi è amato. In questo contesto, l’amore diventa lotta, contesa tra dominante e dominato.


CONOSCIAMO L'AUTORE: MAURIZIO BIANCO 

Maurizio Bianco (Napoli 1962) è scrittore, pittore, musicista, promotore di nuovi autori e di corsi di scrittura creativa; proviene da una famiglia di musicisti jazz. Ha esordito con migliaia di copie vendute col romanzo Emozioni (2002), è inoltre autore di Trilogy (2004) e Poesia d’Ottobre (2006). Tra i diversi racconti premiati, il più recente è l’ebook Strani Amori, finalista al premio internazionale Jacques Prevert 2014.



RECENSIONE 

 
Nella sua arte pittorica Maximilliam Maffeis, pittore, utilizza il colore per ritrarre le emozioni. I suoi soggetti guardano lo spettatore in contesti decisamente armonici; anche se talvolta emerge un sintomo di malinconia.

Il romanzo “Affido lacrime al vento” di Maurizio Bianco, tratta aspetti sociali e caratteriali dei personaggi: Maxi, Katjuscia e Carol, ponendo come soggetto assoluto quello geloso di ogni sentimento umano.

Katjuscia è una donna di evidente bellezza, rockstar. Riesce a penetrare fino al cuore di Maxi, a toccare i tessuti e a farli vibrare. Desidera essere libera, ma c’è qualcosa che la trattiene, sono i suoi fantasmi, le sue scelte, il suo presente, la droga. Non è possibile fermarla, ed è pronta nuovamente a volare via.

Carol è una donna dal potere seduttivo è quella che riporta Maxi alla ragione, liberandolo dall’illusione. Spesso aveva assistito alle infervorate scenate della rockstar e del pittore, aveva visto costui sbuffare ed esplodere e poi ancora farsi venire le lacrime agli occhi, da uomo ferito ma pur sempre virile. 

Si impegnava molto in quel rapporto sentimentale destinato a naufragare, ma a me (Carol) non la dava a bere. Quando Maxi le aveva presentato Katjuscia, lei aveva avuto la sensazione come di una scarica, l’aveva guardata da capo a piedi, lasciandole una sensazione poco piacevole. 

Sebbene era rimasta impassibile, ma dentro lei aveva iniziato a scrutare gli avvenimenti in un futuro prossimo. Amava Maxi, si conoscevano da un po’. Lui aveva un sorriso contagioso e la reciproca frequentazione la porta a conoscere bene i suoi seguaci.

Katjuscia era decisa a costringerlo ad accettare le poche briciole che, a sua discrezione, gli avrebbe gettato. Mentre lui giocava a fare ora l’arrogante, ora la povera vittima a secondo della circostanza. Mentre gli eventi si adoperavano per confondere le acque e tirarla su per le lunghe. 

Insieme erano riusciti ad “usarsi” a vicenda, prolungando i tempi di ogni singolo passo o decisione sul loro futuro, ben oltre il concepibile. Il rapporto tra Maxi e Katjuscia è complicato, tortuoso. Lui con un fare un po’ animale, la gettava sul letto come fosse fatto d’aria. 

Gli trasmetteva una sensazione sconosciuta e insieme eccitante. I loro incontri erano bruschi e impetuosi, ma poi il sesso diventava eccitante, fino a quel maledetto giorno. La morte di Katjuscia per overdose lo colse di sorpresa, restò sconvolto per diversi minuti. Aveva bisogno di capire, di vederla, non riusciva ad accettare che lei non ci fosse più. Aveva bisogno di capire perché non aveva chiesto il suo aiuto.

Semplici ombre grigie per Maxi, inconsistenti e prive di importanza segnavano ora le sue giornate. Mancava qualcosa nella sua storia con Katjuscia: il perdono. Lui che non credeva nella reincarnazione, né al fato o che il tempo fosse una sorta di ruota. Quello che non riusciva ad accettare era la morte. Un nulla così immenso, da non lasciare possibilità alcuna di sfuggirgli.
Nei giorni successivi al quel tragico evento Maxi, si sentiva come un naufrago che scorge gli indizi di un approdo vicino ma ancora invisibile: un sapore nel vento, una morbidezza nella luce, un volo improvviso di gabbiani.




CITAZIONI DEL LIBRO
“Per qualche momento ho davvero l’illusione di essere ancora l’unico uomo.”
“La mia vita è fatta di colori.”

Nessun commento:

Posta un commento